AGLI ALBORI DELL’ABBIGLIAMENTO

Mi gratifica molto scrivere della moda nelle diverse epoche, soffermandomi sugli aspetti più incisivi di questo straordinario caleidoscopio di tendenze ed usi, fatalmente soggetto ad innumerevoli cambiamenti con l’incedere del tempo. Oggi però intendo andare assai a ritroso, addentrandomi nella storia dell’umanità fino a giungere alle origini dell’abbigliamento. A fare ciò mi induce una curiosità molto meno banale di quanto non possa apparire di primo acchito: cosa mai avrà spinto l’uomo, nato nudo come tutti gli altri esseri viventi, dapprima a mettersi semplicemente addosso ciò di cui disponeva e via via ad apportare miglioramenti ed innovazioni a quanto lo ricopriva? Su quando l’uomo, ancora immerso nella notte dei tempi conduceva una vita assai precaria, non possediamo informazioni assolutamente certe, eccetto quella secondo la quale egli imparò presto a proteggersi con le pelli degli animali cacciati, ovviamente per porre un riparo alle intemperie.

Non possiamo però fermarci qui, ad una spiegazione così elementare, perché sarebbe davvero troppo semplicistico. Esistono infatti altre valide ragioni degne di attendibilità, una delle quali consiste nel fatto che i nostri remotissimi progenitori ad un certo punto presero coscienza di essere molto vulnerabili, solo delle piccole cose circondate da una natura ostile. Vestiti unicamente della loro pelle, pertanto destinati a ferirsi con estrema facilità nel corso della loro estenuante lotta per la sopravvivenza, in ambienti irti di insidie di ogni genere, maturarono allora l’idea che coprendosi almeno in parte avrebbero preservato il loro corpo da molti inconvenienti. Gli antropologi dicono anche dell’altro, a mio avviso alquanto suggestivo.

Per i primitivi coprirsi con le pelli degli animali uccisi aveva un significato altamente simbolico, dato che rappresentava una sorta di identificazione con gli animali stessi, abbattuti per mera necessità e in realtà ammirati per la loro forza. Non è inoltre da escludere che con il tempo avesse fatto capolino e si fosse progressivamente rafforzato negli uomini preistorici il senso del pudore, sicuramente dovuto a motivazioni psicologiche, che li portò a tenere nascoste le parti del corpo attinenti alla sfera sessuale. Fu comunque un evento memorabile allorché si comprese che era ormai finito il tempo di coprirsi grossolanamente.

Ci si affacciava alla storia, quando nella regione mesopotamica ma anche in Egitto venne a concretizzarsi l’intuizione che molto di più si sarebbe ottenuto da un pezzo di stoffa, dotato di aperture per fare passare il capo e le braccia, il quale ricadeva davanti e posteriormente ed era cucito ai lati. Ho usato il pretenzioso termine “stoffa”, mentre in effetti si trattava di tessuti assai rozzi che venivano cuciti con grossi e rudimentali aghi, ma non si può negare che fosse stato fatto un sensibile passo in avanti. Quello che avvenne in seguito ci manifesta in maniera eclatante come questo semplicissimo indumento diventasse ben presto il modello fondamentale del vestiario.

Le differenziazioni arrivarono con il tempo. Ad esempio, agli abiti appena descritti, chiamati “a camicia” e cuciti in modo da adeguarsi alle sembianze umane, in alcuni luoghi si cominciò a preferire ampie strisce di tessuto, prive di qualsiasi cucitura, che avvolgevano il corpo con una certa eleganza, ricadendo in morbide pieghe ed esibendo delle fibbie, talvolta assai preziose, che, oltre a sostituire le cuciture, costituivano un ornamento. Nacque anche l’usanza di frazionare l’abito, nel senso che esso non era più un unico pezzo, ma veniva composto da una parte superiore (camicia, giubba o altro) e da una parte inferiore (gonna, sia corta che lunga, indossata anche dagli uomini e calzoni, presso i popoli barbari).

L’abbigliamento non tardò a diventare anche uno dei principali elementi di individuazione del ruolo delle singole persone in seno alla collettività, della loro classe socio-economica e delle loro caratteristiche religiose, politiche ed ideologiche. Dobbiamo però tenere sempre presente che ormai da tempo immemorabile si ricorre all’abbigliamento per dare un’immagine migliore di sé e null’altro più di una rivista di moda può confermare come la funzione estetica dell’abbigliamento debba essere considerata imprescindibile, quando si aspira a rendere più seducente il proprio aspetto, dimostrando peraltro di essere in sintonìa con i tempi.

(Consuelo)